By Luca Marsigliani (se fossi così fortunato)
La Fine dell’Era degli Dei
Cazzo, amici miei, lasciate che vi racconti l’ultima stronzata che sta infestando questa città di plastica. Il bodybuilding. Sì, avete capito bene, quel magnifico circo di teste di cazzo lucidate all’olio che pensano di essere i nuovi dei dell’Olimpo solo perché hanno passato due anni scarsi a sollevare pesi mentre si scattano selfie allo specchio.
C’era Una Volta la Passione, Cazzo
Ricordo ancora quando il bodybuilding era una cosa seria, cazzo. Era l’arte dei pazzi, dei veri fanatici che passavano decenni – DECENNI, capite? – a scolpire i loro corpi come fossero il David di Michelangelo. Gente che si svegliava alle quattro del mattino per mangiare pollo bollito e riso scotto prima ancora che il sole decidesse di alzare il suo culo pigro all’orizzonte.
Il McDonald’s dei Muscoli
Ma oggi? Oggi è diventato il equivalente muscolare di quei stronzi che si comprano una reflex costosa e si definiscono fotografi. Due anni di palestra, quattro integratori del cazzo comprati online, e BAM! – improvvisamente sono tutti pronti per gareggiare. “Oh, guarda, ho i deltoidi che spuntano, sono praticamente Mr. Olympia!”
La Tessera Pro: Il Nuovo Badge di Tinder
La tessera IFBB PRO è diventata come il badge di Tinder per gli egocentrici con il complesso di Adone. Una volta era il Santo Graal, ora è più comune delle cazzate che escono dalla bocca dei produttori di Hollywood durante i pitch meeting. È come se avessero aperto un McDonald’s del bodybuilding: “Vuoi diventare Pro? Vuoi una medaglia? Certo, con quale salsa preferisci le tue steroidi… ehm, volevo dire, il tuo successo?”
Bukowski con i Bicipiti
E questi novelli culturisti? Sono come quegli scrittori del cazzo che pensano di essere Bukowski dopo aver scritto due poesie di merda su Wattpad. Si presentano alle gare con la stessa preparazione con cui Bukowski si presentava ai meeting con il suo editore: completamente alla cazzo di cane, ma convinti di essere dei geni incompresi.
Il Funerale di una Passione
La verità? Il bodybuilding è morto, amici miei. È morto nel momento esatto in cui è diventato accessibile come ordinare una pizza su Just Eat. È stato trasformato in un’altra merce di consumo per alimentare l’ego di una generazione che confonde i like su Instagram con il vero successo.
I Mostri Sacri e gli Influencer del Cazzo
Una volta c’erano i mostri sacri, quelli che si allenavano nel silenzio di palestre scalcagnate, che studiavano ogni singolo muscolo del loro corpo come se fosse un capitolo di un romanzo epico. Ora abbiamo influencer del cazzo che postano la loro “journey” come se fosse la prossima grande serie Netflix.
La Grande Masturbazione Collettiva
E sapete qual è la parte più divertente di tutta questa merda? Nessuno sembra rendersi conto che stanno tutti partecipando a una gigantesca masturbazione collettiva. Sono tutti troppo impegnati a contare i loro follower e a postare foto dei loro pasti prep per rendersi conto che il bodybuilding è diventato solo un altro modo per dire “guardatemi, cazzo, esistono!”
Confessioni da un Bar di Bologna
Ma hey, chi sono io per giudicare? Sono solo un Personal Trainer disincantato, disilluso dalla vita e anche un po’ brillo in questo preciso momento, che passa troppo tempo a osservare il declino della civiltà da un bar di Bologna. Almeno io ho la decenza di non pretendere di essere qualcosa che non sono. E soprattutto, non ho mai dovuto depilarmi il culo per dimostrare il mio valore.
Un Messaggio ai Culturisti del Futuro
Quindi continua pure, nuovo culturista del cazzo. Continua a inseguire quel sogno di plastica. Ma ricorda: quando tra dieci anni guarderai quelle foto di te sul palco, coperto di abbronzatura spray e con un perizoma che ti taglia in due le chiappe, forse – solo forse – capirai che avresti dovuto dedicare tutto quel tempo a qualcosa di più significativo. Come imparare a suonare la chitarra. O scrivere un libro di merda. O semplicemente vivere la vita senza dover contare ogni fottuta caloria come se fossi un ragioniere ossessivo-compulsivo.
Ma chi sono io per dirlo? Vado a farmi un whisky. Almeno quello non ha bisogno di una tessera Pro per essere apprezzato.
Fine del delirio di un bevitore lucido
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